
Fra i tanti oggetti che potresti ritrovare in soffitta ci sono di sicuro le macchine da scrivere. C’è chi ne colleziona modelli antichissimi e che possono valere una fortuna. Queste persone, pur di aumentare la loro collezione, arricchendola con nuovi esemplari, sarebbero disposti a pagare tantissimo. Ecco quelle che valgono di più.
A cosa servivano le macchine da scrivere e quando sono nate
Le macchine da scrivere sono uno strumento che è stato molto importante nel passato della nostra società dato che era utilizzato per la scrittura. Potremmo dire come oggi noi usiamo la tastiera del PC, un tempo si usavano le macchine da scrivere. Molte persone ancora le usano oggi per scrivere, per esempio gli autori.

Ma in genere c’è chi preferisce collezionarle oppure metterle in casa come complemento d’arredo. Ecco perché il mercato delle macchine da scrivere è davvero molto attivo. Le macchine da scrivere vennero inventate nel 1868 da Christopher Latham Sholes e fu solo una prima bozza di ciò che conosciamo noi oggi.
Infatti nel 1975 poi venne commercializzato il primo modello dalla Remington, la Sholed and Glidden Typewrier o Remington numero 1. Dopo questa sono state tante altre le macchine da scrivere che sono state commercializzate e chi ha la fortuna di possederla potrebbe guadagnare davvero una fortuna: ecco tutte quelle più ricercate.
Le macchine da scrivere che valgono una fortuna
Ovviamente la Remington numero 1 è una delle macchine da scrivere che vale una fortuna ma subito dopo ci sono anche altre macchine da scrivere particolari. Infatti questa per esempio non aveva l’ordine alfabetico delle lettere ma il QWERTY, come quello che abbiamo attualmente sula tastiera del PC. Una vera chicca, insomma, qualcosa di rivoluzionario.

Fra le macchine da scrivere che valgono una fortuna ci sono la Olivetti Lettera 22 che ha un valore di circa 500 euro. Mentre la Remington Underwood No.5 può far mettere in tasca ben 800 euro. La Remington Portable ha un valore di 600 euro mentre la Olivetti M1 vale circa 1000 euro.
La Olivetti Lettera 35 vale circa 300 euro mentre la Triumph n.15 circa 700 euro. Poi c’è anche la macchina da scrivere realizzata per i non vedenti, la Unica Pitch Braille che è davvero di valore: ben 2000 euro. Quindi averla in casa è davvero una fortuna non indifferente ma in genere tutti questi pezzi sono di valore.
Come capire se una macchina da scrivere è di valore
Molte persone hanno in casa delle vecchie macchine da scrivere ma non tutte sono di valore. Infatti, bisogna considerare diversi aspetti come per esempio il modello, il marchio. Solo se soddisfa tali requisiti una macchina da scrivere può far guadagnare qualcosa. Abbiamo visto i modelli che effettivamente fanno realizzare un guadagno consistente.

Ma oltre a marchio e modello dobbiamo considerare anche le condizioni. Ovviamente una macchina da scrivere ben tenuta, funzionante, con le lettere dei tasti che si leggono e non sbiadite, varrà di sicuro di più. Se non ci si intende di questa materia, comunque, è consigliabile consultare un perito per una stima precisa.
Così, se si vuole venderla, non ci sarà il rischio di essere truffati. Infatti, il mondo dell’antico è pieno di insidie da questo punto di vista quindi il consulto con un esperto può essere illuminante. Fra l’altro questo indicherà anche il canale di vendita migliore per “disfarsi” di questo oggetto.
Conclusione
Le macchine da scrivere sono uno strumento che ha fatto la storia della nostra società dato che si usavano per scrivere come oggi usiamo le tastiere dei PC. Le persone le acquistano per farne collezioni oppure per metterle in casa come complemento d’arredo molto elegante e sofisticato. Il valore di una macchina da scrivere dipende da diversi elementi.

Marchio, modello e stato di conservazione. Abbiamo visto quali sono le macchine da scrivere che possono far guadagnare anche 500 euro o addirittura ben 2000 euro. Ovviamente se funzionano, se sono in ottime condizioni, il valore sarà considerevole. Comunque per la stima precisa è bene far valutare da un perito l’oggetto.
Oppure si possono tenere in casa, magari conservandole in ottime condizioni per venderle in futuro quando il loro valore sarà di certo aumentato. Intanto si possono esporre in casa come complemento d’arredo, poggiandole per esempio su uno scaffale o una scrivania. È bello anche far vedere ai figli o ai nipoti questo strumento a cui oggi non siamo più abituati.