
Le monete da 20 centesimi di euro sono tra le più diffuse tra quelle europee, ma anche tra le più riconoscibili a causa di una forma leggermente irregolare, che permette anche una riconoscibilità al tatto ancora prima che alla vista, in particolare nel bordo e nelle dimensioni, a metà tra le due valute da 10 e 50 cents.
I 20 cents
Moneta abbastanza “ignorata” dalla maggior parte dei collezionisti principalmente perchè si trova spesso nei portamonete e nelle tasche, unita al fatto che è di fatto parte di una valuta giovane come l’euro. In realtà non tutti i 20 centesimi di euro valgono esattamene questa forma di valore nominale, almeno dal punto di vista collezionistico.

Riconoscere i 20 centesimi di euro è abbastanza facile: tra le monete composte unicamente da una lega chiamata oro nordico, di fatto ha un aspetto dorato, è l’unica che presenta una forma di bordo non totalmente tondeggiante ma contraddistinto da alcune “rientranze” che sono facili da notare anche toccando il bordo della moneta.
Questa forma è stata applicata, naturalmente per tutte le versioni delle emissioni da 20 cents per contraddisitnguere ancora di più questa versione, forma che viene chiamata fiore spagnolo. La 20 centesimi è una moneta che come tutte le altre dell’euro è identica a tutte le nazioni su un lato ma differisce per l’altra estremità.
Come riconoscerle
Per distinguere le monete da 20 centesimi di euro bisogna quindi guardare sulla 2° “faccia” non quella con il valore scritto da 20 centesimi e l’Europa, ma su quella opposta: come per altre emissioni anche per questa le nazioni europee hanno libertà di sviluppare la raffigurazione che preferiscono. Nel caso dell’Italia ad esempio spicca la scultura moderna “Forme uniche di continuità nello spazio”.

Per ottenere un guadagno maggiore è oppotuno mettere gli occhi su valute come quelle corrispondenti a piccole realtà e nazioni paricolari: naturalmente rientrano località come la Città del Vaticano, Malta, il Principato di Monaco e via discorrendo. Queste piccole nazioni non dispongono di zecche proprie quindi si affidano alle realtà territoriali più grandi.
Nazione piccola significa ovviamente una minore diffusione, ma anche una minore produzione in ambito di numeri, per cui è naturale aspettarsi una forma di aspettative e prezzi maggiori rispetto a tutte le altre, dei paesi più “comuni”. Contano anche elementi come lo stato di conservazione, che può fare davvero la differenza.
I pezzi più rari
Sicuramente degni di nota quelli del Vaticano, che sono anche tra i più diversificati: spiccano per varietà a causa dei vari papi che si sono succeduti come capo della Chiesa, la prima serie vede la presenza di Papa Giovanni Paolo II, dal 2002 al 2005, poi papa Benedetto XVI, ed in fine Papa Francesco I, l’attuale pontefice.

Le più rare sono probabilmente le monete del 2002, con papa Giovanni Paolo II, che possono essere vendute per cifre comprese tra i 30 ed i 70 euro se in stato perfetto, molto meno rare le altre, con i pontefici successivi, valore medio intorno ai 10 – 20 euro. Esistono poi emissioni particolari come quelle con la Sede Vacante del 2005, senza pontefice, che vale fino a 80 euro.
Le monete da 20 centesimi monegasche, ovvero di Monaco, sono altrettanto interessanti: la prima serie, riconoscibile da una raffigurazione con Cavallo e Cavaliere, dal 2001 al 2004 vale mediamente tra i 10 ed i 25 euro, un pezzo del 2006 parte della seconda serie è ancora più raro e può valere tra i 30 ed i 100 euro se in Fior di Conio.
20 centesimi di lira
Molto più antichi e ricordati da chi non è più giovanissimo, le monete da 20 centesimi di lira italiane sono state coniate dalla fondazione dell’Italia unificata con il Risorgimento fino alla seconda guerra mondiale in varie versioni. Molto spesso si trattava di monete comuni ma non mancano diversi modelli molto particolari.

Molto apprezzate dai collezionisti ma anche sufficientemente rare da valere abbastanzam le 20 centesimi di fine ottocento sono conosciute anche come Nichelino e sono particolarmente riconoscibili per la presenza di una corona su un lato, ed un grosso “20” sull’altro. Oggi queste monete possono valere tra i 60 ed i 250 euro a seconda dello stato.
Affascinante la moneta coniata a inizio 900 conosciuta come Libertà Librata, con una figura femminile intera su un lato che guarda a destra, sull’altro lato è presente un profilo di donna mentre tiene in mano una spiga di grano. Emissione coniata dal 1909 per i successivi 10 anni, valore tra i 60 ed i 200 euro, e dal 1926 al 1935, in questo caso le monete degli anni 30 possono valere oltre 1000 euro se in stato perfetto.